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In autunno Riforma Pensioni: si ipotizza sistema contributivo

lentepubblica.it • 22 Maggio 2015

compensazione-debitiIl Governo non esclude la rivisitazione della cosiddetta ‘opzione donna’ per introdurre maggiore flessibilita’ nella legge Fornero sulle pensioni.

 

L’ipotesi di ricalcolare tutta la pensione con il contributivo anche in caso di sistema retributivo o misto per poter andare in pensione anticipata rispetto all’eta’ di vecchiaia (senza avere l’anno prossimo 42 anni e 10 mesi di contributi o 41,10 mesi se donna) e’ una delle ‘100’ alle quali sta lavorando il Governo. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sottolinea che al momento si stanno facendo solo approfondimenti ma che non si esclude nulla e che bisognera’ valutare l’efficacia, la fattibilita’ e le compatibilita’ economiche.

 

Il Governo con il premier Renzi ha confermato l’intenzione di intervenire in legge di stabilita’ (‘sono ottimista sulla possibilita’ di dare piu’ flessibilita’ alla legge Fornero’) e quindi di presentare il provvedimento entro ottobre. Qualsiasi ipotesi comunque immagina soglie non inferiori ai 62 anni. Ecco in sintesi le principali ipotesi sul tappeto.

 

Va ricordato che qualsiasi ipotesi anche con significative penalizzazioni nell’assegno e nel lungo periodo neutra per i conti pubblici portera’ a un aumento di spesa per i primi anni di utilizzo (con risparmi nel futuro) a fronte della crescita delle uscite e della riduzione nei versamenti contributivi:

 

ESTENDERE OPZIONE DONNA CON CALCOLO CONTRIBUTIVO A TUTTI INNALZANDO L’ETA’ MINIMA: fino alla fine del 2015 le donne che hanno 57 anni di eta’ e 35 di contributi possono scegliere di andare in pensione calcolando pero’ il proprio assegno sui contributi versati e non sulle ultime retribuzioni come prevede il metodo retributivo (al requisito aumentato di tre mesi per la speranza di vita si aggiunge anche un anno di finestra mobile). E’ possibile che si preveda una nuova opzione sulla base di un’eta’ minima di accesso piu’ alta. Quando parti’ l’opzione donna a 57 anni, infatti, le donne andavano a riposo per vecchiaia a 60 anni. La nuova opzione potrebbe partire dai 62 anni dato che dall’anno prossimo le donne andranno in pensione di vecchiaia a 65 anni e 7 mesi. L’opzione si risolveva in una riduzione dell’importo dell’assegno del 25-30% e quindi ha avuto un numero limitato di adesioni (circa 25.000 dal 2009, 17.000 delle quali tra il 2013 e il 2014). Il percorso e’ particolarmente penalizzante anche perche’ le aliquote contributive prima del 1995 (che sarebbero utilizzate per il ricalcolo) erano molto piu’ basse dell’attuale.

 

PROPOSTA LEGGE DAMIANO-BARETTA, PENALIZZAZIONE PER USCITA ANTICIPATA 2% ANNO: Con questa proposta, molto costosa e quindi difficilmente attuabile, si dovrebbe poter uscire dal lavoro tra i 62 e i 70 anni anche per chi ha il calcolo retributivo con penalizzazioni del 2% l’anno tra i 62 e i 66. Sono necessari 35 anni di contributi ed aver maturato un trattamento pari ad almeno 1,5 volte la pensione minima (al momento quindi circa 750 euro). L’ipotesi che potrebbe essere percorribile se le penalizzazioni ora indicate divenissero progressive (2% per un anno di anticipo, 5% per due anni, 9% per tre anni, 13%-15% per 4 anni).

 

PRESTITO PREVIDENZIALE: la cosiddetta proposta Giovannini prevede per le persone che perdono o rischiano di perdere il lavoro una sorta di prestito erogato per un massimo di 2-3 anni fino al raggiungimento dell’eta’ anagrafica necessaria alla pensione di vecchiaia da restituire al momento dell’arrivo della pensione con piccoli importi. Questa ipotesi potrebbe essere considerata in aggiunta a una sulle penalizzazioni sull’assegno.

 

QUOTA 100: anche il recupero delle vecchie quote (in questo caso piu’ alte di quelle previste nella riforma Damiano del 2007 e abrogate dalla Fornero) sembra di difficile attuazione perche’ molto costosa. Prevedrebbe l’uscita anticipata rispetto all’eta’ di vecchiaia a partire dai 62 anni di eta’ anagrafica (con 38 di contributi) o con 35 anni di contributi e almeno 65 di eta’. Poiche’ dal 2016 saranno necessari 42 anni e 10 mesi per uscire prima dell’eta’ di vecchiaia i requisiti attuali sono molto piu’
stringenti delle quote.

Fonte: Confcommercio
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